Elena Giampietri

Paesaggi sconosciuti
Elena Giampietri   |   

Vinicio Momoli può lasciare perplessi. Lui stesso non lo nega. La sua sfida è anche questo, però. Lavora la gomma, e lo fa con meticolosità e convinzione: la taglia, ne assembla i pezzi, li sovrappone e li accosta per analogia di colore o contrasto. Si compiace della cangiante cromaticità di questo materiale umile e pastoso; si sbizzarrisce con la differente granulosità, di cui scopre le poliedriche valenze espressive. Il suo gioco minimalista parte dalla gomma e si chiude in essa, dialogando anche con il plexiglass, il vetro o il legno Tokio, 2014 Gomma, cm. 140 x 95 come supporti. Osservandone il linguaggio essenziale, quel tocco di provocazione nella scelta dei materiali, la rigorosa scansione che può anche trasformarsi nella mollezza di un accenno a forme sensuali, ci si può chiedere se l'ispirazione sia più all'informale, al minimalismo, al dadaismo... In questo è l'errore. Basta concentrarsi sulle opere. La silente risposta di Momoli passa attraverso la percezione mentale del colore e degli accostamenti spaziali ottenuti tramite i materiali. Tutto è texture e spazialità. Tutto si gioca nel dialogo tra Piccolo Rosso, 2014 Gomma, cm. 60 x 40 l'occhio, le vicinanze e distanze che la plastica e i colori suscitano rispetto a chi li osserva e nel loro reciproco ricercarsi, fondersi o stridere. L'abbraccio finale perde il piano del rigorismo geometrico e diventa un divertito e, più o meno volontariamente, provocatorio nuovo orizzonte. Alla perplessità subentra la scoperta di un'invenzione.

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